Zerocalcare rinuncia a Più libri Più Liberi
Zerocalcare ci dice - non partecipando a “Più libri, più liberi” - che il dialogo con l’opposto di noi, con chi programmaticamente ci vorrebbe cancellare e con chi vorremmo cancellare, è da evitare. E potrebbe non avere tutti i torti.
Famosa è la frase attribuita a Giacomo Matteotti: «Il fascismo non è un’opinione, è un crimine». Frase che fa diventare l’editore fascista “Passaggio al bosco” - la cui partecipazione a “Più libri, più liberi” ha provocato antifasciste e democratiche proteste - non uno “stampatore” di libri, non un “divulgatore” di idee, ma istigatore al crimine, un istigatore al fascismo.
Certo il discorso verrebbe a cambiare qualora si decidesse che il fascismo, invece, è un’idea. Ora non sappiamo con certezza se Sandro Pertini abbia mai pronunciato la frase: «Il fascismo non è un’idea. È la morte di tutte le idee». Però con certezza possiamo ricordare che nel giugno del 1983 a Genova disse: «I giovani non debbono credere che la libertà sia un dono caduto dal cielo. Il fascismo non si discute, si distrugge».
Da quel discorso è passato quasi mezzo secolo. Oggi il Capo dello Stato è il genuinamente antifascista Sergio Mattarella, ma il suo “vice”, la seconda carica dello Stato, è il collezionista di busti del Duce, Ignazio Benito Maria La Russa. Come non bastasse, il Capo del Governo è Giorgia Meloni e il partito da lei fondato ha nel simbolo una vergognosa fiamma missina.
È stato Silvio Berlusconi a sdoganare i fascisti, nonché i fascioleghisti, e a portarli al potere. Potere che era stato - nonostante taluni ammiccamenti di certa Democrazia Cristiana - loro precluso per oltre mezzo secolo.
Quindi oggi ci troviamo nel paradosso che costituzionalmente i fascisti non hanno legittimità, ma nei fatti sono la legge. E in una democrazia la legge si cambia, queste sono le regole, con lo scontro dialettico, con il dialogo, con il confronto delle idee, anche quelle criminali. Non c’è altra via, in una democrazia almeno.



