Venti di destra sul Leonka
La destra non vuole un futuro per il Leoncavallo e le prova tutte... ma le va male
Povera Abbazia di Chiaravalle Milanese di cui non gliene frega niente a nessuno, ma che alla bisogna viene tirata fuori come pretesto di polemica politica.
Questa volta è la destra che lamenta che la nuova sede del Centro Sociale Leoncavallo sarebbe troppo vicina al complesso monastico.
E fa sorridere questa lamentela perché la medesima destra, oggi preoccupata per il Leonka, è quella stessa che auspicava a poche centinaia di metri dalle mura dell'Abbazia niente meno che il famigerato nuovo Stadio del Milan.
Località San Francesco, quella già comprata dalla squadra del cuore di Matteo Salvini, è a uno sputo dal campanile.
Stadio sì, Centro Sociale no. Dalle mie parti, che poi, avendo io casa a Chiaravalle, sarebbero proprio Chiaravalle Milanese, tutto questo si chiama: incoerenza o, come dicono nel resto di Milano, faccia come il culo.
Chiaravalle Milanese ha convissuto negli ultimi anni con il Boschetto della droga di Rogoredo; con una mai sanata bonifica del laghetto; con zone del bel parco Vetabbia ancora contaminate da antiche furbate industriali; con la Cascina San Bernardo abbandonata a sé stessa; con la chiusura dell’asilo; con una snaturante gentrificazione: il Leonka, centro culturale, politico, ricreativo, sarebbe solo una buona notizia.
Magari, insieme alle ragazze e ai ragazzi, arriverebbero pure le piste ciclabili e i mezzi pubblici, quelli che potrebbero finalmente collegare decentemente uno degli edifici storici religiosi più importanti della storia della città di Milano a Milano.
Carenza che, per dire le cose come stanno, è piena responsabilità dell’attuale amministrazione.
L’Abbazia di Chiaravalle, fra dieci anni, compirà i suoi primi nove secoli, c’è da esser certi che a lei questi opportunistici latrati della destra, appaiono per quel che sono: misere bagatelle, assordante nulla.