Una sega di medico
«Ma non ti faccio neppure una sega», ammicca il mio medico di famiglia.
La battuta, questo vorrebbe essere, è rafforzativa del suo «niente sesso, però», che era nata dal mio «felice di conoscerLa, finalmente», detta al nuovo medico che è andato a sostituire la mia storica dottoressa - non si dice “medica” - che ha preso la via della pensione.
Lo incontro per via del 39.2 segnato dal termometro. Sorvolo, a fatica sulle battute volgari, ma sorvolo.
Per riprendere l’argomento principe, annoto: «39 e 2 non l’avevo dall’adolescenza». Pausa. «E dire che ho anche fatto il vaccino, anzi due. Influenza e Covid».
Il dottore dice: «è proprio per quello». E io penso sia un’altra sfortunata battuta. Invece insiste: «ci vogliono almeno dieci anni… io ho dei pazienti… sedia a rotelle…».
Ho smesso di ascoltarlo, cose già sentite. Sono francamente incredulo. Mi chiedo se aprire una discussione, lascio stare. Frase di circostanza e un unico pensiero: «devo cambiare medico». «Subito!».
Anzi due pensieri. Il secondo è: «ma come può essere un medico di famiglia questo tizio qua?!?».
Siccome io sono tra i pazienti “giovani”, mi chiedo a quanti anziani abbia detto cose del genere e quanti ne abbia convinti a non vaccinarsi. Questo il suo esplicito consiglio.
Vado sul portale della Regione Lombardia. Cerco di accedere al “fascicolo sanitario”. Il sito si affaccia allo spid e si blocca.
È l’alba quando riparte e… cambio medico. Mi va bene, non è lontano, anzi lontana, da casa. Ha buone recensioni on line.
Mi affido a quelle, d’altra parte la Regione Lombardia non mi ha chiesto e quindi, di conseguenza, non sa perché abbia così repentinamente cambiato medico.
Va beh, importa sega…



