Quindi Giorgia Meloni sta con Israele.
Bizzarro, non trovate? Bizzarro che quella Giorgia Meloni che andava a farsi intervistare con croci celtiche al collo, ora sia diventata una sincera alleata di Israele.
Si dirà “errore di gioventù” quella catenina ostentata: anche se, credo tutti concordiamo, nell’accezione di errore di gioventù non rientra - o almeno non rientrava prima delle ultime elezioni politiche italiane del 2023 -, mettersi al collo uno dei simboli per antonomasia degli sterminatori di ebrei.
Lasciando stare gli usi medievali, infatti, i primi a riutilizzare la croce celtica come simbolo politico furono i filonazisti norvegesi negli anni ’30 del secolo scorso e, da metà Novecento, così fece la peggio feccia neonazista, suprematista e, ovviamente, gli estremisti neri italiani. Giorgia Meloni compresa.
Che cosa è accaduto? È il solito percorso - vero o recitato - di sdoganamento della equivoca post fascista destra italiana?
Se alziamo lo sguardo oltre le Alpi, scopriamo che Fratelli d’Italia è - in realtà - in buona compagnia: con Israele “senza se e senza ma” ci sono la spagnola Vox, il National Rally francese e i tedeschi dell’AfD. La crème de la crème, insomma.
E quindi? E quindi forse la verità è molto più banale, la destra israeliana rappresentata dal criminale contro l’umanità Benjamin Netanyahu è abbastanza fascista per godere del favore dei neo o post fascisti che siano. Anzi per certi versi ne è avanguardia.
Sono impazzito? Forse, ma sono in buona compagnia. Perché del pericolo di una deriva fascista di Netanyhau, in Israele, hanno detto: l’ex premier Ehud Barak, lo storico Zeev Sternhell, l’ex speaker della Knesset Avraham Burg e la lista è ancora lunga.
Insomma, i puntini neri sono tutti lì, a noi unirli… chissà magari ne esce fuori il disegno di una croce celtica.