Tra Putin e Trump è amore
Come vecchi amici, così sono apparsi Donald e Vladimir al vertice di pace in Alaska. Imbarazzo della Casa Bianca.
Non essendo un indovino e quindi non sapendo - come nessuno - cosa “manca" alla pace in Ucraina, resto a quel che ho e abbiamo visto e sentito direttamente da Vladimir e Donald: amorosi sensi.
E se uso i nomi propri, anziché i cognomi - Putin e Donald - è perché dall’inizio e fino alla conferenza stampa post vertice, il tono tra i due quello è stato.
Già al primo scatto ufficiale, da cronista, ero rimasto perplesso agli espliciti e immediati sorrisi tra i due.
Confesso che, in realtà, ero incredulo: così convinto che di mio abbaglio si trattasse, che sono andato sui principali siti di informazione mondiali a cercare smentita di quel che mi sembrava surreale.
La Casa Bianca, poi ha rimosso, aveva persino trasmesso in diretta le immagini di un Donald plaudente Putin, già solo quando era in vista del “nemico russo”.
Tappeto rosso e poi quel ritrovarsi tra vecchi amici. Putin che apostrofa il suo omologo con: «Buon pomeriggio, vicino. È bello vederti in buona salute e vivo».
E considerando che per il primo anno di guerra, c’era stato assicurato - e così avevano riportato i più lecchini dei media occidentali - che Vladimir Putin era lì lì per morire di tumore o per essere rovesciato con un colpo di stato, la battuta poteva essere benissimo speculare.
L’invasore dell’Ucraina, in conferenza stampa, ha ribadito - non smentito dal ri-inquilino della Casa Bianca - «nel 2022 nell’ultimo contatto con l’amministrazione USA ho provato a convincere a non portare le ostilità al punto di non ritorno. Avevo detto chiaramente che era un grosso errore. Trump dice che se lui fosse stato presidente non ci sarebbe stata la guerra e posso dire di essere d’accordo con lui».
Una frase che conferma le ricostruzioni di tutti quelli che da noi, in piena informazione di guerra, erano stati tacciati di essere dei servili putiniani e che oggi trova conferma in due aspetti. Nelle esplicite parole del presidente russo e nel silenzio di quello statunitense.
Ma ancor di più nel fatto che il colloquio di pace sia stato solo tra i veri protagonisti della guerra: Russia e USA.
Ucraina, Unione Europea e Paesi NATO, nella loro assenza si sono plasticamente rivelati sacrificabili pedoni di una partita a scacchi di cui sono stati vittime, più o meno consenzienti, più o meno consapevoli.