Siamo antisemiti?
La risposta credo che la dovremmo cercare nell’Autogrill Villoresi, quello che si trova sull’Autostrada dei Laghi, quello non lontano da Lainate.
Lì, domenica scorsa, è successo che un uomo di 52 anni, che indossava la kippah, è stato aggredito mentre si trovava nell’area di sosta con suo figlio di 6 anni.
Prima gli insulti: «Assassini», «Andate a casa vostra», «Qui non siamo a Gaza».
Poi «dacci il cellulare», quello con il quale il turista francese aveva filmato l’aggressione verbale.
Quindi le vie di fatto: gli spintoni, i calci e i pugni.
Il tutto, in venti contro uno. Il tutto incuranti pure della presenza del bambino.
Il test è facile: che cosa avete provato leggendo queste mie parole?
Se per un attimo, un attimo soltanto, invece che dalla parte dell’uomo e di suo figlio, vi siete sentiti dall’altra parte.
Se per un attimo, un attimo soltanto, avete pensato che «però lui indossare un simbolo religioso ebraico con i tempi che corrono».
Se per un attimo, un attimo soltanto, avete giustificato gli aggressori, avete pensato chissà se è andata proprio così o fesserie del genere, allora sì, siete antisemiti.
L’uomo, ma è un dettaglio, vive nella periferia di Parigi, ha lì un negozio d’abbigliamento ed era in Italia per far visita alla figlia.
L’Italia, e questo non è un dettaglio, è stata complice della Germania nello sterminio degli ebrei, ha approvato le leggi razziali e oggi è governata dagli eredi ideologici di quel Benito Mussolini che lo sterminio ha favorito.
Noi, noi che siamo per lo Stato di Palestina, per il boicottaggio dell’Israele guidato dal criminale contro l’umanità Benjamin Netanyahu, non siamo antisemiti.
Perché, rispetto a Giorgia Meloni & co, siamo dalla parte opposta e lo siamo da sempre. Lo eravamo ottant’anni fa quando loro portavano gli ebrei al binario 21. Lo eravamo quando l’attuale presidente del consiglio dei ministri si presentava nelle interviste televisive ostentando la croce celtica al collo. Lo eravamo quando indignati abbiamo visto eletto il collezionista di busti del Duce, Ignazio Benito Maria La Russa, eletto a seconda carica dell’antifascista Repubblica Italiana.
Noi siamo partigiani e odiamo gli indifferenti e per questo l’indifferenza sulla strage in corso a Gaza, non ci appartiene.