Rompere l’assedio di Gaza
Leonardo e Damiano non si conoscono, ma una cosa li accomuna: mi hanno entrambi avuto come maestro.
Ed entrambi mi hanno scritto nelle scorse ore per augurarmi - emozionandomi molto - buon vento verso Gaza.
Non li chiamerò bambini, ché alle medie non lo si è più da un pezzo, però anche i bambini lo capiscono che quel che stiamo facendo è quel che andava fatto.
Quel che a scuola si insegna sia doveroso fare o sostenere quando il mondo perde la sua umanità.
Davvero in ogni porto nel quale ci fermiamo, per i brevi pit-stop necessari in navigazione, ci sono persone che ci accolgono e che ci offrono ogni tipo di assistenza, conforto, persino carburante.
Poi c’è chi ci viene a conoscere. In un porto toscano è arrivata la bellissima associazione I “coriandoli a colori”, con tutte le loro ragazze e ragazzi, giovani donne e giovani uomini.
Ci han chiesto di ogni, come è normale che sia: nessuno però ci ha domandato perché stiamo andando lì.
Solo a certa destra nostrana, Giorgia Meloni in testa, non è chiaro che Gaza è sotto assedio e che quell’assedio va rotto.
Non le è proprio chiaro… chissà come mai?