Repubblica cambia solo padrone
Repubblica, e tutto il gruppo Gedi, cambia padrone passando dal fare gli interessi di una famiglia di “automobilisti” a quella di una famiglia di “barcaioli”. Dovremmo per questo preoccuparci?
Gente, siamo seri! La sola vera preoccupazione dovremmo averla - e dovremmo averla da mo’ - per la sostanziale assenza nel panorama italiano per editori puri ovvero editori che vivano solo di editoria: di vendita di giornali o del prodotto, qualsiasi esso sia, che “producono”.
E nel nostro Paese sono pochini e, nei fatti, marginali. Perché se la Repubblica fa gli interessi del suo padrone a quattro ruote, il Corriere fa quelli del suo mercante di pubblicità. Né l’uno, né l’altro hanno alcunché di sano, di trasparente, di garanzia per quel bene prezioso che è l’informazione.
Ci sono delle realtà virtuose: il Manifesto, il Fatto Quotidiano, Radio Popolare e, udite udite, il Vernacoliere. Poi altre, poche, altrettanto virtuose. Cioè che fanno informazione per fare informazione. Repubblica non è una di esse.
Repubblica e il Gruppo Gedi stanno cambiando padrone. Cosa cambia per noi? In realtà soltanto che sapremo la loro parzialità adesso a chi sarà riferibile e da quella dovremo depurarla.
Sempre, appunto, se li leggeremo o come sempre più accade, i quotidiani e le loro carezze si confermeranno orpello delle scrivanie dei club politico-economico-finanziari.
Nei fatti, e lo sappiamo tutti molto bene, l’informarsi raramente fa ormai rima con giornali e giornalisti, ma sempre più spesso con social e influencer.



