Vladimir Putin è male informato: pare infatti che si sia opposto a fare a Roma l’incontro - con Trump e Zelensky - per parlare della fine della guerra per timore del mandato di cattura emesso dal Tribunale Penale Internazionale contro di lui.
In sostanza ha paura di sbarcare nella nostra capitale e che poi un Nordio o un Piantedosi qualsiasi gli mettano le manette ai polsi.
I servizi di spionaggio russi, quelli post KGB, devono essere messi proprio male: non è un segreto che noi, noi istituzioni italiane, i criminali contro l’umanità - vedi il pluriomicida e torturatore Almasri - non solo non li arrestiamo, ma li rimandiamo a casa con volo di stato da noi pagato.
L’ospitalità italiana è nota nel mondo e noi non ci smentiamo mai. Mai. Mai.
Anzi! A noi, più sono criminali sanguinari, più ci piacciono.
Il 15 gennaio scorso, Antonio Tajani, l’afono nostro Ministro degli Esteri, ha chiarito che qualora Benjamin Netanyahu, sul quale pende un mandato di arresto del Tribunale Penale Internazionale, mettesse piede in Italia nessuno lo toccherebbe o arresterebbe e men che meno gli chiederebbe come diavolo gli sia venuto in mente di ammazzare sessantamila persone a Gaza e pensare di farla franca.
Zero, l’ospite criminale per noi è sacro.
Putin ha proposto gli Emirati Arabi Uniti: offrono più garanzie di Roma. Garantiscono infatti la repressione delle libertà fondamentali: tra cui la libertà di riunione pacifica, l’espressione del dissenso e i diritti dei lavoratori migranti. Niente da fare: sono più bravi di noi… almeno per ora. Qualche decreto sicurezza lì, qualche decreto liberticida là e anche noi saremo all’altezza: la maggioranza di governo ci sta lavorando.
Però, anche se sono più bravi di noi: ci stimano. Nel febbraio scorso Mohamed bin Zayed, presidente degli Emirati Arabi Uniti, è venuto a Roma e ha promesso a Giorgia Meloni quaranta miliardi di investimenti in Italia. E a noi i soldi non fanno schifo, non puzzano mai.
In questi giorni Mohamed bin Zayed è a Mosca: avrà ricordato a Putin che gli Emirati Arabi Uniti non riconoscono il Tribunale Penale Internazionale. Ma proprio zero.
Insomma: manco fanno finta come invece fa l’Italia di Giorgia Meloni, che dice di riconoscerlo ma poi non arresta nessuno. Neppure sotto tortura… di Almasri.
Comunque sia, alla fine la sede dell’incontro pare sarà l’Alaska e la data pare sarà il 15 agosto.
Molti cronisti si sono già cimentati nella “salace” battuta: congelare la guerra. Una freddura… letalmente siberiana.