Pacifinti, putiniani e ora corrotti
Ci sono politici italiani pagati da Paesi stranieri?
Carlo Calenda ne è così convinto da aver accusato, seppur in modo generico, in una pubblica intervista politici di Lega e Movimento Cinque Stelle di essere prezzolati da Mosca. Che se non arrivasse da Calenda, una simile accusa sarebbe da prendere assai sul serio, ma appunto arriva da Calenda.
Perché allora parlarne? Perché questa roba qui, questo accusare gli altri di essere prezzolati sta diventando un metodo, un metodo per non confrontarsi sui contenuti.
Contenuti che, in questo caso, sono la pace in una guerra che ha già fatto un paio di milioni di morti.
E forse il dibattito dovrebbe iniziare proprio da qui: dai due milioni di morti.
Colpa di Putin: ovvio che sì, è lui che ha scatenato l’invasione dell’Ucraina. Ma ora il tema è due milioni di morti, che ricorda, per similitudine il pedone che attraversa le strisce quando è verde, investito ha la “soddisfazione” di essere morto avendo ragione. Era verde, passavo sulle strisce.
L’invasione dell’Ucraina ha sancito il fallimento dell’ONU e di qualsivoglia idea di diritto internazionale. Questo è già accaduto, è accaduto due milioni di volte, anzi due milioni di vite.
Fermare la mattanza è l’imperativo categorico, lo dovrebbe essere almeno per noi “terza parte”, che sappiamo che l’obiettivo non può essere far resuscitare due milioni di persone, ma creare le condizioni a che siano gli ultimi due milioni di morti.
La pace a questo serve: fermare il sangue. La pace giusta a evitare il sangue di domani.
Di questo si dovrebbe parlare, non di accuse che, non provate, sono solo farneticazioni di un politico tatuato sul filo di un escludente tre per cento elettorale.



