Nuovo attacco alla Flotilla. Fine dei dubbi.
… e siamo a due attacchi alla Flotilla e questo secondo, di qualche ora fa, cambia un po’ tutto.
Il primo, quello alla portoghese “Family boat”, aveva lasciati un po’ perplessi perché non si capiva bene.
Il secondo, quello alla britannica Alma, invece è stato più spudorato, abbastanza per non lasciare dubbi: il drone è stato sentito, visto.
Intendiamoci: volutamente è stato fatto sentire e vedere.
Una sorta, insomma, di: “se non avete capito, ve la spieghiamo meglio”.
Nei fatti un alzare sempre un po’ l’asticella, dando a intendere che alzarla ulteriormente non sarebbe un problema.
Con la sottigliezza aggiuntiva che non si tratta di azioni militari convenzionali: c’è la “vittima” (le imbarcazioni), ma “ignoto” è l’aggressore (la firma esplicita dell’attentatore).
Tant’è che si parla di «sabotaggio»: definizione che sotto il profilo dell’eventuale reazione delle nazioni di appartenenza delle imbarcazioni aggredite cambia parecchio.
Inutile sottolineare come, visto da una barca che a Gaza sta andando, tutto questo ha un sapore diverso e diverse conseguenze.
Per alcuni emotive, come è normale che sia, per tutti di prassi, con una giusta moltiplicazione delle cautele, che - come chiunque può intuire - già alte erano.
Se prima era evidente che leggerci e condividere i nostri contenuti era un sostegno “politico”: adesso è molto più chiaro che mantenere occhi e attenzione sulla Flotilla e la Flotilla proteggere e difendere.
Ancor di più: non perdiamoci di vista.