«Non ho mai esitato a trasmettere la verità così com'è»
Netanyahu ha ucciso un altro giornalista coraggioso e lo ha fatto apposta per chiuderci gli occhi.
«Bombardamenti senza sosta. Nelle ultime due ore, l’aggressione israeliana contro Gaza City si è intensificata», ha postato così il giornalista Anas al-Sharif e poi un missile, a lui destinato, lo ha ucciso.
Insieme a lui, corrispondente di Al Jazeera, cadono il suo collega Mohammed Qreiqeh, i cameraman Ibrahim Zaher, Mohammed Noufal e Moamen Aliwa, quindi il fotoreporter Mohammed Al-Khaldi. Insomma: i nostri occhi dal «massacro» in corso a Gaza.
Questa volta non è un errore: l’esercito israeliano ha rivendicato l’azione: «abbiamo ucciso un terrorista» e quindi sono stati mostrati documenti incompleti. Al Jazeera dice: «tutto falso, avete ammazzato sei giornalisti».
Solo due settimane fa, il 31 luglio, Irene Khan, relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla libertà di espressione, aveva denunciato: «gli attacchi online e le accuse infondate dell’esercito contro il giornalista di Al Jazeera, Anas al-Sharif, sono un palese tentativo di mettere a repentaglio la sua vita e di mettere a tacere i suoi reportage sul genocidio a Gaza».
Come dire: un omicidio annunciato.
Il 6 aprile scorso, al-Sharif aveva scritto un messaggio agli amici e ora quel messaggio sembra un testamento umano e professionale:
«Ho vissuto il dolore in tutti i suoi dettagli e ho assaporato ripetutamente il dolore e la perdita. Nonostante ciò, non ho mai esitato a trasmettere la verità così com'è, senza distorsioni o travisamenti, sperando che Dio fosse testimone di coloro che sono rimasti in silenzio, di coloro che hanno accettato la nostra uccisione e di coloro che hanno soffocato il nostro respiro. Nemmeno i corpi straziati dei nostri bambini e delle nostre donne hanno commosso i nostri cuori o fermato il massacro a cui il nostro popolo è sottoposto da oltre un anno e mezzo».
Netanyahu è convinto che le sue mani siano ormai a tal punto sporche di sangue che un morto in più non cambia nulla. Non è così: noi non dimenticheremo.