Lo "stupratore innocente"
La vecchia storia che assolve gli uomini e colpevolizza le donne.
Dunque - secondo Matteo Salvini - va così: ci sono donne - la percentuale non l’ha chiarita, ma non devono esser poche - che per vendetta sono pronte a denunciare di esser state stuprate, quando in realtà non lo sono state affatto.
Lo “stupratore innocente” sarebbe quindi il povero cristo che neppure vuole un rapporto completo, ma poi - siccome ogni lasciata è persa - ci sta, finendo vittima del piano diabolico di una strega vendicativa che lo denuncia per violenza sessuale.
È per questo motivo che i leghisti han fermato in Senato l’iter per la legge sul consenso, quella - per intenderci - che prevede che se lei dice no e lui non si ferma, è stupro.
Quella legge - sempre per intenderci - che era data già per approvata perché figlia di un accordo politico tra due donne: Giorgia Meloni e Elly Schlein. Due donne l’hanno siglata e, sarà un caso, un uomo - Matteo Salvini - l’ha fermata.
Patriarcato di ritorno o quel che è.
Sia però memoria collettiva che la storiella che lei voleva e poi per vendetta o vergogna o convenienza, ha finto che così non fosse e ha denunciato il violentatore, è la favoletta che tutti gli stupratori raccontano.
Matteo Salvini non si smentisce mai, anche se questa volta è un po’ più imbarazzante del solito: perché è chiaro di chi, dopo questa bieca operazione, prenderà i voti.
Devo essere più chiaro? Sicuramente non quelli delle donne che hanno subito violenza.



