L’infinita conta dei morti mediorientale
Siccome siamo umani, non dovremmo neppure dover dire che è mostruoso l’attentato terroristico di qualche ora fa a Gerusalemme costato la vita a sei cittadini israeliani.
Siccome però umani tutti non siamo, ci tocca pure ricordare - e farlo apertamente - che una vittima in più di qualsiasi terrorismo è una vita in più tolta a una persona.
Un padre, una madre, una figlia o un figlio, chiunque fosse quella persona oggi non è più. E nessun motivo è valido o valida giustificazione.
A Gerusalemme hanno sparato nel gruppo, a caso. E così hanno ucciso. E così hanno ferito gravemente.
Sono su un’imbarcazione diretta a Gaza e quindi non mi manca l’altro pezzo: l’immane strage, genocidio, di Gaza.
Ma io sono in viaggio perché vorrei che non si morisse più in quella parte di mondo: né per atto terroristico di una qualche cellula di killer e neppure per terrorismo di Stato.
E vorrei anche che il mio Stato, la mia nazione, di questa strage, del sangue, non fosse complice, come invece - da buona venditrice di armi - l’Italia è.