La Flotilla degli eroi
Siamo disposti, noi che siamo a terra, tendenzialmente comodi comodi in Italia dietro gli schermi dei nostri cellulari, ad accettare che la Flotilla ceda alla diplomatica mediazione e prima di Gaza si fermi?
Perché se noi la Flotilla stiamo guardando, state sicuri che gli equipaggi della Flotilla noi stanno guardando. Sono nostri ambasciatori di pace, non kamikaze in cerca di martirio.
Quindi la domanda è: chi tra noi li sta chiamando eroi è disposto a continuare a chiamarli eroi se le barche arriveranno a vista delle navi da guerra israeliane, ma non le sfideranno forzando l’assedio di Gaza?
Da persona che era imbarcata, vi confesso che quando ero in navigazione mai avrei considerato di fermarmi prima di Gaza. Ma con altrettanta sincerità devo dirvi che ora che sono a terra non chiederei mai a nessuno di sfidare la follia israeliana.
Quando ero a bordo, il retropensiero era che comunque gli israeliani non sarebbero mai stati tanto pazzi da andare oltre l’intimidazione, l’aggressione, l’arresto, la lunga detenzione. Oggi: non lo so. Non so se avrebbero freni.
Quindi, per quanto mi riguarda, dovevano essere centinaia e centinaia le imbarcazioni dirette a Gaza e centinaia e centinaia dovrebbero essere pronte a partire. Ciò premesso, io continuerò a chiamare eroe chiunque si è imbarcato e così continuerò a chiamarlo anche se non arriverà a Gaza.
Perché, comunque sia, chi è salito su quelle barche ha fatto ben di più di chi ha messo qualche like qua e là: insomma, chi si è imbarcato ha fatto qualcosa.
A questo si aggiunga che la vita appartiene a chi la indossa e nessuno dell’altrui può disporre.
Quindi cari eroi in navigazione verso Gaza, la vita è vostra e a prescindere da quel che deciderete, eroi sarete.