In Italia il fascismo è sdoganato
Il fascismo è sdoganato.
L’ha detto con un giorno di parole l’avvocato Daniele D’Urso. Queste parole: «Dal 2018 ad oggi è cambiato il mondo o meglio certe sensibilità storiche: non esistono buoni a prescindere».
Perché il 2018? Perché il 28 ottobre 2018, la sua assistita, Selene Sticchi, ex militante di Forza Nuova e ora appartenente al Movimento Nazionale Rete dei Patrioti, si presentò a una manifestazione nostalgica del Duce e delle sue malefatte, indossando una maglietta con la scritta:«Auschwitzland».
Messaggio chiaro: Auschwitz come Disneyland, un parco dei divertimenti.
Un messaggio orrendo che subito fece scattare l’accusa di apologia del fascismo.
In particolare secondo la Procura, si configurava una violazione della Legge Mancino, quella che punisce atti di incitamento all’odio, alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, religiosi o nazionali. In particolare, in questo caso, l’accusa era propaganda razzista o antisemita.
Nel 2023 la Sticchi venne assolta perché “il fatto non costituisce reato”. La Procura fece ricorso ribattendo che fosse noto che quel simbolo stampigliato sulla maglietta fosse noto e usato da gruppi che promuovono l’apologia della Shoah. La cassazione annullò la sentenza di assoluzione.
Qualche ora fa, Selene Sticchi è stata nuovamente assolta: “il fatto non sussiste”.
Leggeremo nelle motivazioni se a giustificare questa nuova assoluzione sia che dal 2018 è cambiato il mondo e pure il governo.