Il governo putinian-statunitense Meloni I
Vladimir Putin fa i complimenti a Matteo Salvini e Donald Trump a Giorgia Meloni: siamo messi proprio bene.
Non è equidistanza, non è farci ago della bilancia delle crisi internazionali, è proprio paraculaggine di Stato, l’Italia.
Ma non quella, che nazionalmente ci contraddistingueva, e che era sintetizzata in quel cinquecentesco adagio: «con la Franza o con la Spagna, purché se magna».
No, allora eravamo invasi una volta dagli uni, un’altra volta dagli altri, e - come dire - ci adattavamo.
Adesso no, adesso è il “servir due padroni”: ma non nel senso goldoniano, bensì in quello evangelico.
Matteo - non Salvini - capitolo 6, versetto 24: «Nessuno può servire due padroni: o odierà l’uno e amerà l’altro…». Tradotto: prima o poi ti tocca scegliere e uno dei due tradirai.
Mi si dirà che Matteo - non l’evangelista - e Giorgia sono due persone distinte e quindi nessuno tradisce nessuno, ma ognuno resta fedele al suo padrone. L’uno a Vladimir e l’altra a Donald.
E sarebbe vero se non fossero i membri del medesimo governo, governo che dovrebbe essere capace di una e una soltanto politica estera.
Cioè, era così… prima del governo putinian-statunitense Meloni I.




Se la suonano e se la cantano, poi é tutta una partita di giro.