Il governo Netanyahu minaccia la Flotilla
Benjamin Netanyahu e il suo sanguinario governo hanno paura: paura della Flotilla che - aspettato il ritorno del bel tempo - si sta dirigendo a Gaza per far finire l’inutile strage, per portare cibo, per portare i riflettori dell’informazione.
Il ministro israeliano della Sicurezza nazionale Ben-Gvir ha presentato al governo il piano per fermare i pacifisti: intimidirli, minacciarli, promettere loro la prigione e il carcere duro riservato ai «terroristi».
«Tutti gli attivisti - ha promesso - saranno trattenuti in detenzione prolungata nelle prigioni di Ketziot e Damon». In pratica Ben-Gvir ha deciso di trattare i pacifisti un po’ come è abituato a trattare e a far trattare i palestinesi.
Chi è salito sulle barche sa bene di non star facendo - al contrario di quel che qualche utile idiota di destra va cianciando - una scampagnata marittima, ma di star affrontando un esercito sanguinario con scatolette di cibo, di star affrontando la guerra a colpi di pace.
Ben-Gvir - insomma - non fa impressione a nessuno.
Si spera che neppure faccia impressione ai governi europei, e non solo, che balbuzienti davanti alla strage dei gazawi, ci si augura che finalmente acquisteranno voce davanti alle minacce ai loro cittadini.
A quei loro cittadini che sono saliti su delle fragili imbarcazioni, per supplire all’assordante assenza delle loro nazioni, per - alle loro nazioni - ridare dignità.