Gaza nell’urna
Chi lo avrebbe detto che Gaza avrebbe deciso l’esito delle elezioni regionali italiane che oggi e domani si celebrano? Eppure sarà così.
Sarà comunque così: sia se il centrosinistra se le porterà a casa, sia se, viceversa, il centrosinistra uscirà sconfitto.
Lo scontro, con buona pace delle questioni locali, è infatti tra due visioni: la prima è quella di Giorgia Meloni, che ha in Bibi Netanyahu un camerata di cui ha tollerato l’istinto genocida; la seconda è quella del centro sinistra che, almeno sulla questione Gaza, è riuscito a dare un’immagine omogenea.
Come tutti devo aspettare lunedì pomeriggio per dire come andranno queste elezioni, ma vi posso già vaticinare che se Giorgia perderà, dirà che sono voti territoriali scarsamente collegati alla politica nazionale. Se Giorgia vincerà invece si prenderà il merito dicendo che gli italiani la vogliono e continuano a volere.
Vera la seconda, falsa la prima. Se le elezioni regionali andranno male al centrodestra sarà un primo avviso di sfratto a Meloni e lo sfratto, se avverrà, avverrà per un tema sul quale Giorgia non può fare marcia indietro.
Ci ha provato assai tardivamente alle Nazioni Unite, con esito imbarazzante. Ci ha provato con quell’operazione di distrazione di massa che è stata la santificazione di Charlie Kirk. Ci ha provato criminalizzando le manifestazioni pro Pal, con l’imbarazzante gestione dell’ordine pubblico. Infine, ci ha provato insultando gli equipaggi della Flotilla, aizzando loro contro i destri leoni da tastiera.
Una serie di fallimenti comunicativi senza possibile retromarcia.
A Gaza ogni giorno vengono uccise un centinaio di persone, di palestinesi, e il conto è ora ben oltre i 65 mila, oltre i 20 mila i bambini.
I genocidi sono così: rovinano le elezioni agli assassini, agli amici degli assassini, ai complici e a Leonardo SPA… o almeno così dovrebbe essere.